Marta Dillon è nata a Buenos Aires nel 1966. Giornalista e sceneggiatrice, autrice di programmi televisivi e documentari, ha al suo attivo diversi libri, tra cui Vivir con virus. Relatos […]
Marta Dillon
Aparecida
- Collana: diagonal
- Titolo originale: Aparecida
- Traduzione di: Camilla Cattarulla
- ISBN: 978-88-95492-67-4
- Pagine: 224
- Prima edizione: maggio 2021
- Formati: brossura
- Prezzo: 16,00 €
Sinossi
Avrebbe dovuto insegnarmi come ci si separa. Avrebbe dovuto allontanarmi un po’ da sé invece di farmi spazio nel suo petto dove nascondevo la testa per fingermi cieca davanti a tutto quello che mi offrivano. No, non volevo andare in vacanza con i miei cugini, non volevo rimanere a dormire dai nonni, né vedere le compagne di scuola, perché l’avventura con la mamma era più grande e nessun altro poteva capire. Avrebbe dovuto dirmi che tutto ciò non poteva durare per sempre. Avrebbe dovuto prepararmi a sopravvivere nella landa desolata dove fluttuava la polvere delle gioie e delle lotte del popolo latinoamericano.
È il 30 settembre del 2010 quando Marta Dillon, in Europa con la compagna e il figlio, attraverso una telefonata apprende che l’Équipe Argentina di Antropologia Forense ha determinato l’identità di alcuni resti trovati in una fossa comune. Si tratta delle ossa della madre, l’avvocata e militante Marta Taboada, sequestrata nella sua casa di Moreno, provincia di Buenos Aires, il 28 ottobre del 1976 di fronte ai quattro figli e desaparecida fino a quel momento. È questo il punto di partenza di un testo potente e intimo, la storia della ricerca del corpo di una madre scomparsa e, a trentaquattro anni dal suo sequestro, finalmente aparecida. Come appropriarsi ora di quei pochi resti emersi dall’ombra? Che relazione rimane tra il ricordo di un abbraccio e l’oscurità di uno scheletro scomposto? Ma quelle ossa possono ancora raccontare molto, si mostrano capaci di ingrandire i labirinti della memoria e permettono alla figlia di ricostruire la figura e il carattere di una madre che ha vissuto soprattutto nell’assenza.
“Tornando ai fatti, alle parole, ai gesti, ai silenzi di allora, illuminati per sempre dalla violenta falciatura” del corpo della madre, Marta Dillon narra di un ricongiungimento che sa di giustizia, lotta e resistenza, ma che rappresenta anche una svolta nel racconto pubblico di quelle vite segnate dalla brutalità durante gli anni bui dell’ultima dittatura argentina.
Artwork: elaborazione di Alejandro Ros su materiale d’archivio famigliare