Nona Fernández è nata a Santiago del Cile nel 1971. Scrittrice e sceneggiatrice, ha al suo attivo diversi romanzi, tra cui Mapocho (gran vía 2017), vincitore del Premio Municipal de Literatura nel 2003 e finalista al […]
Nona Fernández
Voyager
- Collana: diagonal
- Titolo originale: Voyager
- Traduzione di: Carlo Alberto Montalto
- ISBN: 978-88-95492-69-8
- Pagine: 138
- Prima edizione: novembre 2021
- Formati: brossura
- Prezzo: 14,00 €
Sinossi
Penso alla grande narrazione della Storia. A come ce la raccontano. A tutte le informazioni filtrate e manipolate. Ai paradigmi scelti come bandiere. Alle guerre inventate. Ai nemici e agli orrori inscenati. A tutte le finzioni elaborate per governare una società. Un Paese. Un’epoca. Penso a come le nostre vite sono guidate da queste finzioni arbitrarie e perfino assurde. Intere generazioni che interpretano una sceneggiatura scritta da pochi e di cui non sempre si è consapevoli.
Accompagnando la madre a un esame neurologico, Nona Fernández nota come l’attività cerebrale della donna, proiettata sul monitor di una sala d’ospedale, abbia molte somiglianze con le immagini astronomiche che siamo tutti abituati a vedere e sia simile al più complesso intrico stellare. A partire da questa constatazione, l’autrice comincia a scrutare i meccanismi della memoria delle stelle e di quella degli uomini in cerca di simboli e analogie, assemblando una “costellazione di materiali” che le permette di indagare il tema a lei tanto caro del ricordo. Come una sonda esploratrice Voyager, la scrittrice cilena, con la sua “vocazione da drone meticcio che non fa altro che osservare e prendere appunti”, unisce i fili della memoria individuale con quelli della memoria collettiva, consapevole che è in quei frammenti discontinui, in quel mucchio disordinato di specchi rotti che alberga la biografia di ciascuno e che la memoria è un atto presente e la scrittura ha il compito di dargli un senso.
Voyager è una riflessione intima e sincera su come ricordano le persone e i popoli, e su come dimenticano, ma è anche un invito a sottrarsi a quei minacciosi buchi neri che risucchiano e nascondono messaggi divenuti ormai invisibili agli occhi dei più.