Juan Pablo Villalobos è nato nel 1973 a Guadalajara, Messico. Ha vissuto in Spagna per diversi anni, prima di trasferirsi in Brasile. Dopo il successo internazionale del suo esordio, Il bambino che collezionava parole (Einaudi 2012), gran vía ha appena pubblicato il suo secondo romanzo, Se vivessimo in un paese normale.
Juan Pablo Villalobos
Se vivessimo in un paese normale
- Collana: gran vía original
- Titolo originale: Si viviéramos en un lugar normal
- Traduzione di: Stefania Marinoni
- ISBN: 978-88-95492-30-8
- Pagine: 128
- Prima edizione: 26 marzo 2014
- Formati: brossura
- Prezzo: 13,00 €
Sinossi
«C’erano rimasti soldi per una sola quesadilla».
«E non ve la siete divisa, da bravi fratelli?»
«Ci siamo presi a pugni per vedere chi se la mangiava».
«Eccellente. Vuoi lavorare con me?»
«Che cosa fa?»
«Il politico».
Lagos de Moreno, Messico, fine anni Ottanta: in una catapecchia alla periferia del paese vivono il tredicenne Oreste e la sua scombinata famiglia. Il padre, professore di educazione civica, predica le virtù elleniche e si esercita ogni sera nell’arte dell’insulto ai politici, mentre la madre sforna quesadillas a ciclo continuo nel tentativo di sfamare la numerosa prole, “esseri semirrazionali oscillanti tra i quindici anni di Aristotele, il maggiore, e i cinque dei finti gemelli, Castore e Polluce”. Un giorno, Oreste diviene testimone della rivolta che paralizza il suo paese dopo l’ennesima frode elettorale. Nel caos Castore e Polluce scompaiono, spingendo così Oreste e Aristotele ad allontanarsi anch’essi per cercare i finti gemelli. È l’inizio di un’avventura picaresca che porterà Oreste a imbattersi in processioni di pellegrini e in un politico che lo educherà alla seducente arte della menzogna, un percorso visionario al termine del quale il nostro piccolo eroe imparerà qualcosa sulla lotta di classe, la realtà e il potere della fantasia.
Racconto lucido ed esuberante, che ricalca, in chiave surreale, la struttura di una tragedia greca, Se vivessimo in un paese normale è una critica alla società messicana che diventa parabola universale e che suggerisce uno spazio di ribellione all’assurdità del presente.
Questo romanzo è un dramma messicano e al contempo un frustrata tragedia greca, nella quale gli aspetti più brutali della realtà diventano deliranti.
La Vanguardia
Se vivessimo in un paese normale è un romanzo gloriosamente eccentrico, che celebra il fantastico e gioca con il concetto di realismo magico. Ma ciò che più impressiona è l’originale stile usato da Villalobos ed è quello che lo rende uno scrittore eccezionale.
The Independent
Un romanzo di una comicità debordante.
El País
Autore
Juan Pablo Villalobos
Rassegna stampa
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Doppiozero
26 Maggio 2014 - Federica Arnoldi
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Flanerí
16 Aprile 2014 - Giulia Zavagna
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Finzioni
14 Aprile 2014 - Alessandra Ribolini